Il metodo berlinese

Per molti anni la gestione delle vasche marine, comprese quelle mediterranee, era realizzata mediante l’impiego di sistemi filtranti biologici che limitavano molto l’allevamento di organismi delicati. 
Solo alla fine degli anni 70 qualcosa cominciò a cambiare e generò un nuovo modo di gestione che rivoluzionò il mondo acquariofilo.

Un gruppo tedesco sperimentò una nuova metodologia, che appunto prese il nome di Metodo Berlinese, volta a considerare l’acquario marino come un ecosistema completo e non più la somma di parti diverse non collegate tra loro.                                                                                  

Si cominciò, dunque, ad analizzare l’acquario marino nel suo insieme cercando di realizzare l’equilibrio fra tutte le sue componenti.

L’avvento del metodo “Berlinese” ha stravolto l’acquariofilia consentendo a molti appassionati la riproduzione in casa di veri e propri angoli di reef.   
Questo sistema di filtraggio, rispetto a quello biologico, permette di ridurre sensibilmente nitrati e fosfati facilitando il processo di denitrificazione.

Questi i punti cardini sui quali si basa il Metodo:

  • impiego di rocce vive in rapporto di 1 kg ogni 5 litri di acqua;
  • intensa illuminazione;
  • forte movimento;
  • uso dello schiumatoio;
  • reintegrazione di calcio e carbonati;
  • uso del carbone attivo.

Ovviamente, alcuni di questi punti sono considerare in modo diverso nella Gestione di un Mediterraneo, ad esempio sappiamo bene che il nostro biotopo non richiede grosse quantità di luce, così come l’uso dell’acqua di mare riduce la necessità di reintegrare molti macro elementi.                

Negli anni successivi si aggiunse un’ulteriore impostazione chiamata DSB – Deep Sand Bed – cioè l’impiego di fondi alti di sabbia a scapito di qualche roccia in meno.. si era, infatti, capito che il passaggio più importante era quello relativo alla trasformazione del nitrato in ossigeno e azoto che si sviluppava in zone anossiche,  cioè con bassi contenuti di ossigeno.                                                                                                        

Si cominciò, dunque, a prediligere fondi alti dove poter creare queste zone anossiche nella parte più profonda.                                                    

Ci sono state tante discussioni su Berlinese e Dsb, su fondo alto o basso, meno rocce e più sabbia, no skimmer si Dsb.. vere e proprie fazioni con chiacchiere a valanga.                                                    

Tornando a noi e al nostro Mediterraneo, posso affermare che –  per quel poco di esperienza maturata – una corretta gestione di un Mediterraneo si poggia su questi punti fermi: 

  • uso di roccia viva, sabbia viva;
  • uso di un buon schiumatoio; 
  • buona circolazione di acqua;
  • corretta illuminazione;
  • cambi periodici di acqua.                                                                                                                                                                
Ho sempre impostato su questi criteri le mie vasche e, finora, tutto è sempre andato perfettamente.                                                                

Ovviamente, la coerenza dell’acquariofilo, la sua attenzione, la sua costante osservazione unita al buon senso sono ulteriori elementi indispensabili per una corretta gestione.


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