Ho scelto di scrivere due righe per questo stupendo organismo mediterraneo solo per cercare di lasciare traccia delle mie esperienze. Prima di avventurarmi, tengo a precisare che si tratta di una specie rigorosamente protetta da diversi convenzioni internazionali per la conservazione e tutela di specie a rischio d’estinzione e per le quali è vietato il commercio. La madrepora arancione è, peraltro, minacciata dall’inquinamento che sta drasticamente riducendo la sua presenza in diverse zone costiere.
Si tratta di un antozoo molto bello per via della sua colorazione arancione acceso. Presente tra le rocce e anfratti da pochi cm dalla superficie sino ai 50 mt profondità, l’Astroides calycularis forma delle fitte colonie in zone prevalentemente riparate dalla luce anche se è possibile trovarne in zone illuminate. I suoi polipi possiedono numerosi tentacoli retrattili che consentono la cattura del plancton in sospensione. Questa madrepora è diffusa nel Mediterraneo centrale e meridionale preferendo. infatti, acque temperate (termofila).
Come già detto, si tratta di specie protetta e la sua raccolta è vietata dalla legge. Possiamo rinvenire piccoli frammenti nei porti, spesso vengono strappate dalla reti dei pescatori e poi ributtate. Nella mia zona è frequente trovare, nei porti dei borghi marinari, rocce con colonie da inserire in vasca con la speranza di salvarle. Spesso sono troppo danneggiate e qualche polipo perisce lasciando la teca vuota. In generale, presenta colorazione arancio forte e polipi con numerosi tentacoli appuntiti e retrattili. Le colonie che vivono in prossimità della superficie formano sezioni basse con calice poligonale, mentre quelle in profondità evidenziano sezioni poco elevate e calice rotondo.
Nel caso si trovassero esemplari tra gli scarti delle reti, bisognerà fare attenzione a molti aspetti. Bisogna trovare la giusta collocazione, lontano da celenterati di grosse dimensioni (attinie, anemoni e cerianthus) perché potrebbero ustionare i polipi. Inoltre, sarà opportuno collocarli in zone non troppo illuminate (anche se certi esemplari non hanno problemi alla luce diretta) e con un buona circolazione d’acqua. Per quanto concerne i valori dell’acqua, è opportuno dire che tollerano condizioni non del tutto perfette ma, ovviamente, senza esagerare e raggiungere situazioni estreme.. così come resistono a temperature sui 24/25°C ma non oltre. Altra raccomandazione è di posizionare le colonie non direttamente sulla sabbia, l’ideale è collocarle in zone alte magari incollandole alle rocce !
Si tratta di un organismo carnivoro che, in natura, si nutre di plancton. In acquario, possiamo usare il classico “frullato” a base di gamberi, pesce e molluschi. Sarà necessario spruzzarne un po’ intorno alle colonie e piano piano vedremo aprirsi i polipi per catturare il cibo. Ovviamente, la procedura deve essere eseguita a schiumatoio e pompe spente e dovrà ripetersi quando tutti i polipi saranno aperti. Viene indicato come difficile da gestire in vasca, tuttavia, la mia esperienza mi porta dire il contrario sempre se accompagnata da una gestione oculata dell’acquario.
Lo scorso anno mi è capitato di vedere scorrazzare in vasca delle piccole larve gialle ..non sapevo cosa fossero, le vedevo in superficie girare come pazze. Pensavo fossero dei piccoli vermi e non ci ho fatto caso, ne ho contati 3 o 4, dopo un paio di giri sono sparite in mezzo le rocce. Non sapevo molto di riproduzione degli Astroides fino a quando, leggendo un articolo su una rivista specializzata, ho scoperto che non erano gamberi ma planule, larve della madrepora ! Che stupido.. potevo prenderle e cercare di favorire la crescita, invece sono andate perse per la mia ignoranza.