Una delle abitudini che, un bravo acquariofilo, deve prendere è quella di monitorare frequentemente i valori dell’acqua dell’acquario. Fondamentale, per la corretta gestione e per la salute dei nostri ospiti e controllare se i parametri chimici dell’acqua rientrano nei limiti della normalità.
Periodicamente, sarà opportuno eseguire test su questi principali parametri:
- Temperatura
- Salinità
- PH
- KH
- Nitriti
- Nitrati
- Ammoniaca
- Fosfati
- Silicati
La misura ed il periodico controllo di questi valori chimici ci forniscono una visione dello stato di salute della vasca basato su parametri oggettivi e non soggettivi. In sostanza, è l’unico metodo corretto per capire la maturazione della vasca e la qualità del nostro pezzo di mare, piccolo e per questo motivo abbastanza instabile.
Dato per scontato che la Temperatura dovrebbe restare nei limiti consentiti (22°c) per una corretta gestione di ogni tipo di biotopo creato, è opportuno monitorarla soprattutto nel periodo estivo. L’ideale sarebbe dotarsi di un refrigeratore, impostando la temperatura corretta e senza correre il rischio di problematiche. Possiamo considerare i 30°C come la temperatura massima che può essere tollerata da alcuni animali, ma solo per brevi periodi. Ricordiamoci che l’innalzamento della temperatura provoca anche una maggiore evaporazione e, quindi, un aumento della salinità dell’acqua.
La salinità media in mediterraneo ha un valore che varia tra il 36‰ ed il 38 ‰, (cioè 36-38 grammi di sali per litro di acqua) e condiziona altre proprietà dell’acqua, come la densità (peso specifico) e la conducibilità. In linea di massima, la densità standard è di 1028 a 18°C.
Per quanto concerne il Ph, il valore di riferimento sarà di 8,4. Un’acqua, dunque, basica che ammette valori leggermente più alti o più bassi purché non siano ballerini !
La durezza carbonatica, o semplicemente KH, è la durezza dell’acqua causata da sali che precipitano per ebollizione. Il valore di KH medio dell’acqua di mare è pari a 9, ma può subire alterazioni in base all’attività biologica. Un Kh elevato (11/12) influenza anche il Ph, mantenendolo stabile, viceversa se il Kh scende sotto ai 4/5 si ha un Ph destabilizzato e nocivo per la salute della vasca.
L’ammoniaca è una sostanza nociva principalmente presente durante la maturazione, cioè quando il lavoro dei batteri nitrificanti non è ancora rodato. In genere, si consiglia di monitorare il valore con attenzione perché ha inizio il famoso “ciclo dell’azoto”.
I nitriti rappresentano, invece, il primo risultato della trasformazione dell’ammoniaca da parte dei batteri nitrificanti. Normalmente devono essere non rilevabili. Concentrazioni superiori ad 1 mg/l devono far scattare l’allarme e farci controllare le modalità di gestione della vasca.
Infine, i nitrati sono il risultato finale dell’attività dei batteri nitrificanti e rappresentano la chiusura del ciclo. Sono composti azotati meno tossici ma rappresentano un grosso nutrimento per le alghe. Sarebbe opportuno averli a zero, quindi non rilevati.
I fosfati sono, invece, un grosso problema anche a minime concentrazioni. Infatti, stimolano lo sviluppo algale contribuendo ad un complessivo peggioramento del nostro acquario. I valori ideali si avvicinano allo 0, valori gestibili sono di 1-2 centesimi di milligrammo per litro (0,01 mg/l). Valori più alti possono avviare una vera e propria esplosione algale!
La misura dei silicati non conta molto se usiamo solo elementi calcarei per fondo e rocce ed acqua marina naturale. In generale, bisogna fare attenzione all’acqua dolce usata per rabboccare quella evaporata. Spesso, uno degli errori è usare acqua del rubinetto – molto ricca di silicati – col risultato di una costante crescita di diatomee su pareti e arredi !
Sono questi i nemici delle nostre vasche, sono loro che bisogna controllare per anticiparli ed evitare che possano creare disastri. Ricordiamoci sempre che il loro successo dipende dal nostro comportamento, meno oculata sarà la nostra conduzione più facile che si affaccino creando problemi al nostro ecosistema.
Occhio !