Probabilmente uno degli errori più frequenti da parte di noi appassionati. L’inserimento di un pesce dal mare nella nostra vasca è un processo importantissimo che richiede molta attenzione e conoscenza.
Innanzitutto, prima di avventurarmi nella disamina della tecnica e dei procedimenti da adottare, voglio sottolineare l’aspetto psicologico che molto si avvicina all’umano. Vi sembrerà strano e forse banale, ma anche i pesci hanno una sensibilità, sentono dolore e paura. Hanno una vita sociale molto strutturata, si prendono cura dei propri piccoli e sono in grado di collaborare, anche fra specie differenti. Anche se non urlano quando provano dolore ed angoscia, il loro comportamento dimostra la sofferenza che provano quando sono presi all’amo o intrappolati in una rete. Lottano, nel tentativo di scappare, e, così facendo, dimostrano di avere la volontà di sopravvivere. Alcuni studi hanno certificato che il dolore di una ferita causata da un amo, è dovuto più alla paura che alla ferita.
La cattura in mare provoca inevitabilmente un forte senso di angoscia e di paura, il sentirsi “rapiti” dal proprio habitat, dalla propria casa provoca un senso di sconforto simile a quello che noi umani possiamo provare in situazioni simili. Quando inserisco un pesce in vasca, provo ad immaginare cosa stia pensando e giustifico sempre il suo comportamento post cattura. Penso sempre che, se qualcuno mi prelevasse di forza dalla mia casa costringendomi a vivere in un contesto nuovo, potrei sicuramente provare un sentimento di angoscia, disperazione, tristezza e sconforto.. Lo so, starete pensando che sono solo pesci.. non essere umani.. che sto esagerando.. ma in fondo anche in questa grande passione dobbiamo pensare a tutto ed avere rispetto per i nos
Un pesce catturato al mare e inserito in una vasca inevitabilmente va incontro a stress e ad una debilitazione psico- fisica che, se non superata, porta malattie e, successivamente, alla morte.
Che cosa dobbiamo fare, dunque, quando catturiamo un pesce dal mare e ci accingiamo ad inserirlo in acquario ? Innanzitutto, è fondamentale evitare di catturare specie che sappiamo non essere in grado di poter ospitare, inutile pescare pesci di profondità se non disponiamo di un refrigeratore o di condizioni tali da poterlo ospitare a temperature corrette. Non ha senso inserire esemplari di specie non compatibili con altre creando, così, competizione ed inevitabilmente stress.
La cattura, in genere, può avvenire mediante pesca in apnea usando retini o mediante l’impiego di ami e/o nasse. In entrambi i casi, il consiglio è di trasportarli velocemente a casa evitando di tenerli in secchi al sole stressandoli ulteriormente. La scorsa estate catturai dei giovani di Chromis Chromis in apnea, in pochi metri e con un retino a maglie fini fu molto semplice prelevarli. Direttamente in acqua, li inserivo in una busta di plastica trasparente simile a quella dei negozi di acquariofilia. Una volta a casa, ho predisposto una vasca di 60 litri per stabilizzarli e abituarli al nuovo habitat. Consiglio vivamente di evitare di rilasciare nuove catture subito nella vasca grande per evitare problematiche di ambientamento.
La stabilizzazione dei nuovi ospiti in acquari a parte, senza arredamento ma muniti di opportuna attrezzatura, serve per abituare il pesce e verificare la comparsa di eventuali patologie. Inoltre, ho notato che i pesci si abituano al cibo loro somministrato rendendo più facile, successivamente, l’alimentazione in acquario principale. I Chromis, ad esempio, restarono una settimana senza mangiare, ma dopo apprezzarono i granuli secchi che assaggiarono nei giorni successivi.
Non buttate mai direttamente il pesce in vasca, ma lasciatelo galleggiare in vasca nella busta così da abituarlo alla diversa temperatura. Piano piano, inserite un pò di acqua della vasca nella busta per abituarlo alla diversa densità. Sono operazioni standard, conosciute da tutti, che devono compiersi senza luci in vasca così da non spaventare ancora il ns nuovo ospite.
Spesso, il pesce appena catturato si dimostra timido e spaventato i primi giorni. Tenderà a mettersi in un angolo, magari su un fianco, con respiro affannato.. non bisogna preoccuparsi , piuttosto evitare di stare davanti al vetro o, peggio, infilare le mani in vasca. Questo è il periodo che io definisco “dentro o fuori”, la fase in cui un pesce può riprendersi e reagire o lasciarsi andare e perire. Se vi accorgete che il pinnuto non di nutre da troppo e comincia ad avere un aspetto “negativo” rimettetelo sempre in mare, li si riprenderà certamente.
Come al solito, non aggiungo altro e non vi descrivo nessuna tipologia di cattura…piuttosto voglio sollevare attenzione alla salute dei nostri ospiti e il mio consiglio e di agire nel rispetto e con la massimo sicurezza. Se il pesce soffre rilasciatelo SEMPRE in Mare.