Dardanus calidus – Bernardo l’Eremita

Oggi è la volta di uno dei più simpatici organismi del Mediterraneo: il Paguro Bernardo, detto anche l’eremita. Molto presente nel Mar Mediterraneo, vive su fondali rocciosi o sabbiosi da 2 a 80 metri di profondità. Con il nome Bernardo l’eremita si individuano diverse specie di Paguridae che vivono in Mediterraneo ed in Atlantico

Foto Web

È uno dei paguri più grandi del Mediterraneo, può raggiungere gli 8 cm di lunghezza, con il corpo ricoperto da peli bianco-gialli e due chele striate prive di peli. Ha grandi peduncoli oculari con striature rosse.  In genere, la chela sinistra è sempre più sviluppata della destra, entrambe risultano colorate di nero o giallastro. 

A differenza dei gamberi e dei granchi, ha un addome molle e deve necessariamente proteggersi con l’impiego di una conchiglia che funge da riparo/casa. Crescendo dovrà preoccuparsi di cambiarla, scegliendola più grande, proporzionata alle sue nuove dimensioni e leggera da trasportare.

Altra tendenza di questo paguro è quella di ricoprire la conchiglia con spugne o celenterati utile per mimetizzarsi. Molto diffusa, per esempio, è la simbiosi che si instaura con l’attinia Calliactis parasitica. Questa convivenza crea una collaborazione che porta benefici per entrambi. I filamenti urticanti dell’attinia proteggono il paguro dagli attacchi dei nemici mentre l’attinia beneficia degli avanzi di cibo che il paguro sparge in acqua mentre si alimenta. Ovviamente, quando il paguro cambia la conchiglia trasferisce con molta cura le sue attinie sulla nuova casa !

In acquario, Bernardo si dimostra ospite molto particolare.. un vero e proprio Caterpillar ! Ha bisogno di una vasca dedicata con una rocciata molto stabile e ben assemblata, è in grado di spostare rocce e danneggiare organismi delicati (spirografi, attinie, ecc). Con lui in vasca, scordiamoci di coltivare la caulerpa..

Personalmente, ho deciso di non ospitarlo anche se mi rendo conto che si tratta di un organismo molto affascinante e interessante da osservare.

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