Il secondo step – la tecnica

Dopo aver scelto l’ecosistema mediterraneo che si vuole attivare e preso coscienza della gestione da approntare, il secondo step riguarda la tecnica da impiegare per mandare avanti il nostro pezzo di mare.

L’argomento è molto complesso e, in passato, ha sollevato diverse polemiche tra gli appassionati. Anche in questo caso, non ho alcuna voglia di annoiarvi con le classiche discussioni sui vari metodi di gestione. Mi limiterò, soltanto a darvi dei consigli sulla base delle mie esperienze lasciando che ciascuno di voi possa, liberamente, trarre le proprie conclusioni.

Prima di entrare nel merito, è opportuno precisare che la gestione del Med non ha alcun punto in comune con quella di un’ acquario d’acqua dolce. Quindi, se pensavate di poter gestire un Med con il classico filtro a cannolicchi.. beh toglietevelo dalla testa ! Il motivo è abbastanza semplice, prima o poi i nutrimenti saliranno a valori eccessivi senza riuscire a tenerli sotto controllo. Il risultato sarà il collasso dell’ecosistema e il perimento di tutti gli organismi.

Negli ultimi anni, anche nel Marino Mediterraneo, si è preferito adottare la gestione mediante il metodo “berlinese”. Utilizzato negli anni ’80 per l’allevamento dei coralli duri tropicali, si basa sull’eliminazione della materia organica mediante schiumatoio e la trasformazione dei prodotti azotati grazie alla sabbia di fondo e, soprattutto, alle rocce vive.
La presenza di sufficiente ossigenazione consente reazioni di nitrificazione e denitrificazione, infine grazie alle rocce porose e alla microflora presente sulle stesse si riesce a smaltire i nitrati prodotti. In questo modo, si riesce a chiudere il ciclo dell’azoto.

Inutile dire che in questo modo di gestione il ruolo più importante è affidato allo schiumatoio. Croce e delizia degli appassionati che fanno a gara a chi ce l’ha più grosso, rappresenta il cuore del sistema di filtraggio del Med.

Lo schiumatoio, o skimmer come si suole chiamare, riesce ormai a dare risultati positivi sia abbinato a rocce vive e strato di sabbia contenuto, sia impiegando un fondo di sabbia molto alto (DSB).
Il funzionamento dello schiumatoio è abbastanza semplice, attraverso l’immissione di grosse quantità di aria, sotto forma di bollicine, si riesce ad intrappolare la sostanza organica prima che venga trasformata in ammoniaca e avvii il ciclo dell’azoto. La schiuma prodotta sale in alto e viene contenuta in appositi bicchieri.

L’ uso dello schiumatoio è ormai fondamentale per qualsiasi vasca e rappresenta l’ultima soluzione in caso di errori da parte dei neofiti (eccesso di cibo!)

Quindi i primi soldini da spendere dovranno essere indirizzati all’acquisto di uno schiumatoio di buona qualità. Che sia esterno o da sump l’importante è che ci sia !

Come detto in precedenza, è importante che all’interno della vasca si riproduca un buona ossigenazione per avviare le diverse reazione dell’azoto. Per questo, è fondamentale assicurare una corretta circolazione dell’acqua cercando di non lasciare “zone morte”. Dopo lo schiumatoio, sarà importante inserire in acquario delle pompe di movimento che diano vita alla colonna di acqua. In genere, tendo a posizionare una pompa in superficie e un’altra a metà vasca per cercare di muovere la colonna di acqua più bassa.

Il movimento di acqua continuativo porterà benefici a molti organismi, liberandoli da sedimenti e rifiuti organici, aiuterà lo schiumatoio a gestire tutta l’acqua della vasca spostando sedimenti e piccole parti di cibo dalla sabbia.

Ricapitolando: schiumatoio e pompe di movimento la prima tecnica da acquistare per la gestione dell’acqua.

Negli ultimi anni, sono stati aggiunti anche altri sistemi di filtraggio che, abbinati allo schiumatoio, migliorano la gestione di vasche sovrappopolate o molto grandi. Mi riferisco ai filtri a letto fluido, ai filtri ad alghe e tante altri sistemi di filtraggio di nuova concezione.

A mio avviso, tutto deve essere ponderato con attenzione perché “il troppo stroppia”!

L’ultima parte della tecnica riguarda il comparto luci da inserire per illuminare i nostri ospiti salati. Il mediterraneo è un marino che richiede poca luce a differenza del tropicale dove i coralli necessitano di lampade particolari e kelvin di un certo tipo.

In passato, anche io mi sono affannato alla ricerca di sistemi luci pazzeschi, convinto potessero risultare decisivi per la mia vasca. Il risultato, in certi casi, è stata la proliferazione di alghe e una bolletta luce devastante!

A parte gli scherzi, si può tranquillamente optare abbinando led bianchi e led blu con temperature di colore fredde e non esagerando con i watt. Ricordiamoci che la maggior parte di impianti luci commerciali per acquari sono progettati per i reef e non per il mediterraneo !

Bene, dopo aver acquistato lo schiumatoio, le pompe di movimento e le luci siamo pronti per avviare la nostra Vasca Mediterranea !!

Vasca dell’autore
Nuova disposizione rocce

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