La vescica natatoria dei pesci

La vescica natatoria è probabilmente l’organo più importante per i pesci, si tratta di un organo idrostatico collocato nella zona dorsale al di sopra dell’intestino. E’ una specie di sacco pieno di aria che si riempie e si svuota di gas (ossigeno, azoto e anidride carbonica disciolta nel sangue) modificando il volume del pesce e quindi la sua densità totale. Infatti, la densità media dei pesci è di circa 1,076 g/cm cubo quindi superiore a quella dell’acqua marina (1,028 g/cm cubo), di conseguenza senza la vescica natatoria non riuscirebbero a ridurre la loro densità e si troverebbero a sprofondare verso il fondo!

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La vescica natatoria consente ai pesci di poter nuotare senza problemi a qualsiasi profondità, percependo le variazione di pressione alle varie profondità. Solo i pesci ossei, privi di vescica natatoria sono relegati a vivere sul fondo (scorfani) ma grazie alle pinne ventrali riescono a muoversi agevolmente.

Capire l’importanza di questo organo è fondamentale anche per noi appassionati acquariofili, soprattutto quando cerchiamo di inserire esemplari in vasca. La cattura di un pesce richiede molta attenzione durante la risalita dal fondo, velocizzare questo processo comporta un incremento della vescica natatoria con grosse problematiche alla salute del pinnuto. Quando, ad esempio, si cattura un pesce a 40-50 metri senza curare la risalita il ventre del pesce risulterà molto gonfio e la sua vescica natatoria aumentata di volume. Ischemia, mancato riassorbimento del gas, compressione degli organi e possibile rottura della vescica natatoria sono alcuni dei danni che possono causarsi.

La rottura della vescica porterebbe, quasi sicuramente, alla morte dell’esemplare.. Uno dei sintomi di questa situazione e la protrusione degli occhi.

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Mi fermo qui e non voglio infilarmi in discorsi difficili che lascio, volentieri, a biologi e esperti del settore. Mi limito solo a consigliare, a noi appassionati, di riflettere quando catturiamo un pesce in profondità e la saliamo in superficie…il più delle volte lo condanneremo ad una morte sicura 🙁

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